Osservate bene la scena. Prima di tutto l’orario: le 6 del mattino. A quei tempi gli uomini di successo si alzavano molto presto. Nel viale del garage, il padrone incontra l’uomo che porta il latte. C’è una finestra illuminata, sicuramente la stanza da letto dove la moglie aspetta... magari l’uomo del latte, il famoso “back door man”. Certo, con un messaggio così infantile, oggi non si riuscirebbe a vendere proprio niente. Solo un pirla potrebbe partire felice da casa alle 6 del mattino per lasciare il posto al lattaio.
Ma la pubblicità automobilistica è veramente maturata? Se stasera alla TV vedi una terra infinitamente desolata, tipo vulcani d’Islanda, con una nuvola di polvere che si alza all’orizzonte, state certo che sta arrivando un mastodontico SUV, non importa quale marca, tanto il messaggio e l’immagine è uguale per tutti.
Oggi l’uomo di successo porta la barba incolta, camicia sdruciata, capelli al vento e non deve andare al lavoro, se no che uomo di successo è. Lui bensì esplora infinite selvagge distese dove si avventurano solo quelli duri e puri. Non importa che il messaggio non abbia niente di realistico e che la macchina da vendere sia banale e indistinguibile da altre migliaia. Si vende solo un sogno. Nella vita reale lui non percorrerà mai quelle distese. Vivrà invece la solita vita di tutti, con l’automobile sempre in coda sotto il cielo plumbeo milanese. Purtroppo si dovrà pure alzare presto al mattino e faticare molto per riuscire a pagare i suoi sogni. La moglie non si può permettere il lusso di rimanere al letto in attesa del bel lattaio. Anche lei si deve infilare presto nel ingorgo mattutino, perché oramai tutti viviamo solo per i sogni che si realizzano miracolosamente ogni sera negli spot televisivi.
L’unico cambiamento dalla pubblicità degli anni 50, è che non c’è più l’uomo del latte perché siamo tutti duri e non dobbiamo certo uscire alle 6 di mattina per andare a lavorare.