24 Giugno 2021
La grande bellezza
Il bello colpisce di più, se emerge dal brutto. Per questo, la bellezza è sempre accompagnata dal retrogusto melanconico della decadenza, un illusione che ci confronta immediatamente con quello che siamo davvero.
La grande bellezza è il titolo di un film pluri-premiato su Roma, la città eterna, e incarnazione della decadenza per eccellenza.
“Le donne romane sono le più belle del mondo.” Ai tempi dell’università era questa la frase magica di un amico, trovato casualmente davanti alla parete degli annunci, dove erano appostate migliaia di biglietti. Lui cercava il passaggio per l’Italia e si vantava di avere una fidanzata bellissima in ogni città italiana. Non avevo in programma un viaggio, i soldi erano finiti e piuttosto ero alla ricerca di qualche breve lavoro stagionale. Il terzo compagno, li con noi, che si unì all’avventura aveva i mezzi. Anche lui non pensava all’Italia, ma sentendo la frase magica, mise immediatamente a disposizione macchina e soldi. Accettai ovviamente quel viaggio alla ricerca della bellezza che ci portò a Firenze a conoscere il maestro e a Roma a conoscere tutte le fidanzate.
Quel viaggio ha cambiato per sempre la mia vita, spostando il centro del mondo in Toscana. In questo paese decadente ho trovato tanta bellezza, e non solo femminile, che oramai non posso immaginarmi di vivere altrove.
Sul disegno
E’ un pezzo della serie del bene e del male, ovvero del bello e del brutto. E’ l’umanità vista da lontano nel tempo, dove passato e futuro si mescolano per formare una nuova realtà. Come potete notare, nel disegno ho inserito oltre a voi anche me stesso, in ammirazione della bellezza.
Tutti i miei disegni hanno una base schizzata a matita colorata ad acquerello, la tecnica che si adisce al meglio al mio modo di lavorare. La pittura ad acquerello è molto veloce. Si lavora come gli antichi, fresco sull’umido e gli errori non sono ammessi. Serve molta concentrazione e perciò per quanto veloce, solitamente non riesco a creare più di un pezzo alla settimana.
Ho sempre un disegno “aperto” e gli acquerelli sono pronti in pochi attimi per placare la mia ansia. Quando inizio un disegno sono felice, mi libero da un peso, ma dopo poco, inevitabilmente noto mille difetti nell’opera. Allora non vedo il momento di finire per poter riprovare di nuovo.
L’ansia peggiore del artista convulsivo che vuole lanciare un messaggio profetico, è di non sapere ancora quale sarà il tema della prossima opera. Molti artisti si barricano dietro al loro stile, il “Leitmotiv” che garantisce a loro sempre una soluzione per la prossima opera che giace già pronta nel cassetto. Non voglio essere noioso e ripetitivo, ma superare gli schemi fissi e raccontare sempre visioni nuovi. Sono l’illustratore del mio mondo interiore. Tuttavia ho paura di risultare patetico, visto che alla fine il mio messaggio ruota sempre intorno allo stesso argomento, l’incombente estinzione del genere umano.
Sono noioso e ripetitivo!.