Servono per creare sistemi di valori di appartenenza, senza i quali nessuna società potrebbe funzionare. Per millenni questo sistema funzionava benissimo in regime di monopolio. Il progresso del sapere ha però pian piano eroso le basi religiose che si fondavano su un dio creatore onnipotente, mettendo l’uomo stesso al suo posto. Iniziarono a cadere regni e feudi all’insegna della rivoluzione umanistica. Prima combattevano il plebei contro i nobili, poi i proletari contro i capitalisti e infine i progressisti contro i conservatori, ovvero la sinistra contro la destra.
Siamo così arrivati ai tempi nostri dove la classe operaia non esiste più e progressisti e conservatori, mischiandosi tra loro, hanno perso identità e credibilità. Tuttavia le democrazie cercano di sopravvivere perché proclamano di essere l’unico sistema per controllare in modo pacifico le parti in lotta. Ma al giorno d’oggi, chi sono le parti in guerra? Ora la lotta è tra la paura di perdere l’identità e tra il nuovo che ancora nessuno comprende. Il nuovo è complesso, è la sfida della globalizzazione selvaggia che mette a rischio la sopravvivenza dell’intera umanità. Abbiamo voluto costruire un mondo moderno con una grande Europa unita e la fratellanza dei popoli. Tutto questo vacilla oggi davanti alla paura del futuro ignoto, perché la complessità fa paura. Sentirsi solamente una minuscola e passeggera identità, smarrita in un grande vortice di avvenimenti estremi fa paura. Ecco allora la nuova religione, la politica del ritorno al passato e alle cose semplici, quando c’erano i grandi conduttori che sapevano il da farsi, quando tutti avevamo dei valori condivisi e conoscevamo i nostri nemici. I nuovi leader hanno bisogno di un popolo credente perché credere trasmette sicurezza. Servono nuovi nemici da combattere e antichi valori da difendere. Ecco che l’immigrato è diventato il nemico numero uno che incarna tutti i mali del mondo e che porta con sé il pericolo dell’islamizzazione, mentre noi siamo chiamati a difendere i valori cristiani e della famiglia tradizionale nel nome della patria (mi viene da vomitare). Attenzione però, sappiate che nessuno di questi nuovi profeti crede davvero in quel dio che evoca. Dio è morto, è stato ucciso dalla scienza moderna. Gesù era un comune mortale e Maria non era certamente vergine. Il cristianesimo non è altro che una favola, una come tante altre. Tutti lo sanno, anche quelli che si trincerano dietro ai dogmi religiosi. Finché la fede rimane un sentimento privato per calmare l’ansia interiore e viene riservato al clero e ai riti culturali, incute poca paura. A tutti piace il natale e il matrimonio in chiesa con l’abito bianco. E’ semplicemente tradizione folcloristica. Fortunatamente lo stato è laico e così devono essere i suoi rappresentanti. I politici che fanno del loro credo un manifesto sono invece dei pericolosi ingannatori. Loro non credono in nessun dio, ma usano la menzogna per incantare gli impauriti e gli ignoranti.