Il papa piange lacrime di coccodrillo. Non dico che lui si sia messo a malmenare le sue suore, ma è certo che la chiesa difende con veemenza i dogmi obsoleti fondati sulla disugaglianza.
Di quale violenza parliamo allora? Non di quella fisica. No! Quella è roba da uomini delle caverne, troppo facile da condannare. Parliamo di quella violenza spirituale che giustifica la supremazia maschile. Da sempre la chiesa esercita la più grande ingiustizia ideologica, escludendo le donne da tutte le posizioni di potere della propria società. Da quando Eva fu plasmata da una costola di Adamo, affinché lui non si annoiasse, sino alla penosa discussione sul sacerdozio femminile del giorno d’oggi, corre un filo discriminatorio attraverso i secoli. Proprio la difesa del sacro principio biblico della disuguaglianza dei sessi favorisce tuttora la violenza fisica dell’uomo padrone sul sesso debole e ne giustifica il perdono da parte dei credenti.
La chiesa cattolica è un’associazione governata da un gruppo di vecchi uomini con il pontefice al vertice. L’attuale papa Francesco è un uomo giusto, pieno di buoni propositi, ma senza un reale potere. Prendiamo l’esempio del celibato, il vero male che affligge la chiesa. Il papa conosce il problema e avrebbe voluto trovare una soluzione.
Sono cresciuto nella parte del mondo dove cattolici e protestanti si dividono l’influenza sul popolo a metà. Da ragazzo frequentavo una discoteca organizzata dalla parrocchia protestante, il mitico Club Mankes, un riferimento per tutti noi ragazzi. Era situata in un grande scantinato sotto la chiesa, dipinto completamente di nero con disegni tribali fluorescenti sulle pareti. Il tempio per la migliore musica rock del momento. Il sabato sera era sempre gremita. Attendevamo un’intera settimana per poterci strusciare con le ragazzine in danze lente e licenziose in angoli bui. In un’ambiente cattolico questo non sarebbe stato possibile. Mi ricordo il respiro ansimante del prete nel buio del confessionale. L’unica cosa della confessione di noi ragazzi che li interessava erano gli atti impuri sulle quali indagava