14 Luglio 2023
Il fascino segreto dei divieti
I racconti di quando eravamo ancora bambini sono già storia o ancora realtà? Siamo al limite. Con il tempo cambia la prospettiva sugli avvenimenti e un luogo grigio e tetro può diventare romantico. Sarà perché quel posto non esiste più da molti anni e i luoghi di altri tempi ci appaiono sempre romantici.
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Sarà anche perché sono ricordi borderline, nel senso che si trovano proprio all'inizio della storia della memoria personale, che con la vecchiaia tornano in superficie. Pian piano la montagna di ricordi che negli anni si sono depositati al disopra svaniscono, liberando quelle emozioni mai dimenticate. Alcuni ricordi sono così vivi come se i fatti fossero accaduti ieri. Sono quelli legati a divieti e paure. Loro hanno un posto speciale nel nostro cervello.
Immaginate un quartiere di minatori, in una grande città nel cuore della più vasta zona industriale d'Europa, il bacino carbonifero della Ruhr. Vivevo in un alto palazzone grigio, affacciato su una strada molto trafficata. Sulla sinistra il sottopassaggio della ferrovia. Di fronte l'ingresso di una grande fabbrica con alte ciminiere in mattoni colore rosso scuro e annerite dal carbone. Sulla destra un distributore e sul retro della casa l'officina meccanica con annesso sfasciacarrozze.
Giocavamo sulle scarpate della ferrovia. Nel ventre del terrapieno avevano costruito un labirinto di bunker, eredità della grande guerra. Gli ingressi seminascosti con spesse mura di cemento e pesanti porte di ferro arrugginito si aprivano sui cunicoli interni pieni d’acqua e detriti. Entrare era severamente vietato! Noi bambini immaginavamo gli scheletri dei soldati morti e i depositi di pericolosi armi da guerra. Non ho mai avuto il coraggio di esplorare l'interno dei bunker, ma il divieto e il pericolo hanno inciso i ricordi vividamente nella mia memoria.
La zona era disseminata di vecchi crateri di bombe, profonde e piene d'acqua che formavano piccoli laghetti circolari, sui quali stendevamo delle tavole per costruire dei ponti su qui saltellare. Era un gioco pericoloso e vietatissimo.
Lo sfasciacarrozze era un posto magico. Seduto nel relitto di un Messerschmitt Kabinenroller del ‘55, ero il pilota di un aereo bombardiere, mentre un furgone DKW diventava la nostra base segreta. Ricordo bene l'odore di gomma, ferro e vetri rotti in un caldo pomeriggio estivo, quando nell'interno buio della base avveniva il primo incontro con l'altro sesso. Un gioco malizioso ancora più vietato.